Al mercato dell'antiquariato della Fortezza da Basso a Firenze mi è capitato di imbattermi nel primo numero di una rivista bimestrale, "L'Europa Letteraria", edita nel gennaio 1960. I testi ivi contenuti sono tanti, sorprendenti e di autori di spicco, sia italiani che stranieri (Vigorelli, Brecht, Quasimodo, Durrell, Piovene, Lawrence....). Tra questi un saggio, a pag. 45, che userò per inaugurare questo mio blog, perché mai come ora mi par utile, nonostante mi intristisca pensando alla nostra Europa attuale, e perché perché mi pare possa essere un manifesto di una parte del mio pensiero: "Fondamenti, non ornamenti", di G.B. Angioletti (Angioletti fu una figura importante nel panorama letterario e sociale e, come tanti, dimenticato ingiustamente; vedasi un bell'articolo uscito l'anno scorso sul Corriere della Sera
Nota: eventuali umili considerazioni della blogger (son io, son io!) verranno inserite in mezzo al testo con il colore verde speranza.
Alcuni estratti da "Fondamenti, non ornamenti":
<...> la molteplicità e la coesistenza di stili, di idee, di scuole, di teorie, di sistemi distinguono l'Europa da tutti gli altri continenti; e la decadenza dell'Europa noi la vedremmo NON già nell'apparente anarchia degli ingegni, come credono molti conformisti, bensì nella disciplinata accettazione dell'uniformità. Fin quando saremo 'folli' saremo vivi! E noi non riusciamo neppure a concepire una cultura europea che a un certo momento della sua storia si arresti soddisfatta. <...>