21/10/10

L' uomo che ride .. per non piangere della miseria sua e di buona parte dell'umanità.


Ho scoperto da poco, appena un po' più seriamente, Monsieur Hugo (meglio tardi che mai), e ancor più precisamente il suo L'uomo che ride E ho pure scoperto (sempre m.t.c.m) che nel 1940 lo scrittore Bill Finger e il disegnatore di fumetti Bob Kane usarono il ritratto che l'attore tedesco Conrad Veidt aveva dato del personaggio principale del romanzo 'L'uomo che ride' di Victor Hugo, tal Gwynplaine, come ispirazione per la creazione di Joker, degno avversario di Batman. La somiglianza tra Gwynplaine e Joker è solo visiva, i due non hanno altri lati affini, anzi, direi decisamente discordi.

Non avevo mai avuto interesse per il testo L'uomo che ride, ma passandogli davanti  una media di dieci volte al giorno (santa vetrinetta di mammà), l'ho aperto, in piedi, convinta l'avrei rimesso dov'era.

Ma con un incipit così..."Ursus e Homo erano intimi amici: Ursus era un uomo, Homo era un lupo. La loro inclinazione si era accordata". ...che dire....fregata.

Ursus ed Homo vivono di stenti e di intrattenimenti popolari completandosi a vicenda; Ursus è un po' tutto, in primis misantropo, poi giocoliere, ventriloquo, chiromante, medico improvvisato..<..> "La verità è che Ursus era un saccentone, un uomo di gusto e un vecchio poeta latino; <...> Dalla sua familiarità coi venerabili ritmi e metri degli antichi, ricavava delle immagini proprie e tutta una serie di metafore classiche. Diceva di una madre preceduta dalle sue due figlie: è un dattilo; d'un padre seguito dai suoi due figli: è un anapesto; e di un bambino trotterellante in mezzo al nonno e alla nonna: è un anfimacro. Tanta scienza non poteva non approdare alla fame. <...> (allora come ora).

Ursus e Homo salvano un fanciullo e una bambina. Entrambi con caratteristiche fisiche ben definite: il primo, Gwynplaine, con una rigidità facciale costante che lo porta a sembrar sempre col riso, la seconda, Dea, cieca. I quattro non si lasciano più e lavorano insieme come saltimbanchi. Fino a che Gwynplaine, l'uomo che ride, scopre di essere membro dell'alta aristocrazia inglese e vi deve far ritorno.
Il mondo falso, gretto, chiuso aristocratico lo getta in una profonda disperazione [<...> Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione. L'anima è piena di stelle cadenti. <...>], tanto che farà di tutto per tornare nel vero del suo mondo, da Ursus, da Homo, da Dea. <...> Una sola donna sulla terra vedeva Gwynplaine. Ed era quella cieca. <...> --------------Victor Hugo scrisse L'uomo che ride nel 1848, in esilio e lo pubblicò solo nel 1869. Fu esiliato per aver smesso di appoggiare il futuro imperatore, Luigi Napoleone Bonaparte, che aveva preso provvedimenti anti-liberali quali la riduzione di un terzo degli aventi diritto al voto; Hugo, difensore di un regime liberale, comincia così ad attaccare lui e l'aristocrazia intera con scritti e discorsi contro le repressioni, che diventavano via via sempre più intolleranti. Cosi Hugo parla per bocca del suo Gwynplaine <...> L’uomo è un mutilato. Quel che è stato fatto a me, è stato fatto al genere umano. Gli hanno deformato il diritto, la giustizia, la verità, la ragione, l’intelligenza, come a me gli occhi, le narici e le orecchie. Come a me, gli è stata posta nel cuore una fogna di collera e di dolore e sulla faccia una maschera di contentezza. <...>

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Dando un'occhiata alla biografia di Victor Hugo, mi è venuta 'fame' di leggere i suoi scritti politici e sociali, discorsi e opinioni personali sui grandi temi di attualità (tanto diversa dalla nostra?). La maggior parte di questi la si trova raggruppata in Atti e parole:

  • contro il lavoro infantile (discorso alla Chambre des pairs, 1847);
  • contro la miseria (9 luglio 1849);
  • sulla condizione della donna (in occasione dei funerali di George Sand, 10 giugno 1876);
  • contro l'insegnamento religioso e a favore della scuola laica e gratuita (Discorso a proposito della legge sull'insegnamento, 15 gennaio 1850);
  • a favore della pace e dell'unità federale d'Europa (in occasione dell'apertura del Congresso della pace, 21 agosto 1849);
  • a favore del suffragio universale.
Victor Hugo si è espresso anche — sebbene in misura ridotta — sulla colonizzazione dell'Algeria, principale avventura coloniale della Francia in quegli anni. Se è sensibile al discorso della colonizzazione come civilizzazione, rimane comunque scettico riguardo alle capacità civilizzatrici della pacificazione militare, e individua nell'Algeria conquistata un luogo sfruttato per deportarvi coloro che si opponevano al colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte.

Non so cosa darei per poter anche solo sfogliare Atti e Parole, ma anche il web non mi aiuta nella ricerca. E non credo domani di trovarli tra i best seller in libreria. Ergo, proverò in biblioteca, e se qualcuno mai ce l'avesse...son qua!

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